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La saga dei Fanes - approfondimenti

Geologia in pillole

Alcune definizioni geologiche, allo scopo di capire meglio la formazione e la struttura delle Dolomiti.

 

Ecco alcuni dei tipi di rocce che si incontrano più frequentemente nelle Dolomiti:

Calcare: roccia sedimentaria di origine organica marina, composta da carbonato di calcio

Dolomia: roccia sedimentaria di origine organica marina, composta da carbonato doppio di calcio e magnesio

Marna: roccia sedimentaria friabile, composta da argille compattate e calcite (carbonato di calcio allo stato cristallino)

Arenaria: roccia sedimentaria composta da sabbie compattate

Tufo: roccia sedimentaria composta da ceneri vulcaniche compattate


L'età delle rocce

I geologi distinguono le rocce in base all'età della loro formazione, distinguendole in ere (dalla più recente, in alto, alla più antica, in basso:

              • Era Quaternaria, o Neozoico;
              • Era Terziaria, o Cenozoico;
              • Era Secondaria, o Mesozoico;
              • Era Primaria, o Archeozoico.

Quasi tutte le rocce delle Dolomiti appartengono al Mesozoico. Questo a sua volta si divide in periodi, sempre andando dal più recente al più antico e semplificando un po', secondo la tabella seguente:


La formazione delle rocce

La maggioranza delle rocce delle Dolomiti è di origine sedimentaria organica marina, ossia si è originata per lenta deposizione dei gusci di animali marini ed altri detriti organici sul fondo del mare. In particolare, le rocce delle Dolomiti si sono depositate quando il mare era poco profondo (lagune, piattaforme costiere). Il fondo marino si stava abbassando; via via che si abbassava, nuovi strati potevano depositarsi. Periodicamente la sedimentazione si interrompeva e si depositava uno straterello di limo, dividendo così la roccia in strati sovrapposti. Nella roccia venivano anche inglobati gusci o scheletri ancora riconoscibili, i cosiddetti fossili. In un secondo tempo, sotto la pressione degli strati sovrastanti, il materiale depositato si compattò in roccia, come quella che vediamo oggi. La deposizione delle rocce delle Dolomiti, iniziata con l'Anisico, ebbe termine all'inizio del Cretaceo. Nel periodo Ladinico si formarono due vulcani, ad est della val di Fassa, che eruttarono le rocce scure, p.es. del Padon e del monte Pore. La dolomia depositata nel periodo Norico costituisce la maggioranza delle classiche pareti delle Dolomiti ed ha preso il nome di dolomia principale.

La formazione delle montagne

Circa 25 milioni di anni fa, la spinta del continente africano contro la zolla europea prese a corrugare la crosta terrestre formando le Alpi. Con questo fenomeno, anche le Dolomiti vennero sollevate fino a migliaia di metri sopra il livello del mare. Il movimento portò in molti casi gli strati, ormai trasformati in dura roccia, ad inclinarsi, a piegarsi ed a spezzarsi.

L'erosione, la carsificazione e i ghiacciai

Fin dal momento in cui cominciano ad emergere dal mare, le rocce sono sottoposte all'erosione, ad opera soprattutto dell'acqua di pioggia e di fusione delle nevi. Si forma così il reticolo delle valli fluviali. Dalle pareti si staccano detriti che vanno a formare i ghiaioni; i fiumi li trasportano, li frantumano, li arrotondano e talvolta li depositano nelle conche lacustri o sui bordi delle valli.
Un fenomeno particolare è la carsificazione, tipica delle rocce che si sciolgono in acqua, come la dolomia (poco) ed il calcare (molto di più). Invece di scorrere in superficie, l'acqua penetra sotto terra attraverso le spaccature che si sono aperte nella roccia nel processo di formazione delle montagne, e le allarga sempre più formando delle grotte. In superficie restano campi di rocce solcate da profonde scanalature (campi carreggiati) e depressioni imbutiformi di assorbimento (doline). Un ruscello può sparire improvvisamente sotto terra in un inghiottitoio. L'acqua riemerge alla base delle montagne formando sorgenti.
Quando la temperatura è bassa e l'umidità abbastanza alta, sulle montagne si formano i ghiacciai. Il ghiaccio si muove molto lentamente verso il basso formando vere e proprie colate, a volte trascinando detriti che vengono abbandonati dove il ghiaccio si scioglie (morene). Questo fenomeno è stato particolarmente i
mponente nelle quattro ere glaciali del Quaternario, separate da fasi più calde dette interglaciali.